
Come lavorare nel settore sportivo come fotografo? Questa è una delle classiche domande che mi vengono poste ai corsi e sui social network. Partiamo subito col dire che non esiste, come per tutte le cose, una formula magica o una ricetta speciale per diventare dall’oggi al domani un fotografo sportivo professionista. Bisogna lavorare tanto, sperimentare, studiare i fotografi migliori e sbagliare per crescere e capire negli anni che strada intraprendere.
Anche nella fotografia sportiva, infatti, esistono una miriade di sfaccettature e dinamiche che è fondamentale conoscere ed avere bene in chiaro.
Per diventare fotografo sportivo per prima cosa il mio suggerimento è di focalizzarsi su una disciplina e darsi un obiettivo. Quando sono entrato in Formula 1 non sono entrato dalla porta principale ma ho fatto parecchi anni di gavetta nelle formule minori che mi hanno insegnato a muovermi in pista e ai box oltre che ad avermi insegnato a organizzare il flusso di lavoro delle fotografie al computer.
Ora i giovani fotografi hanno la presunzione di volere subito i pass e di entrare in eventi importanti senza nemmeno essersi fatti prima le ossa.
Quello che dico sempre è che un conto è andare a divertirsi e tirare fuori qualche foto per i social, un conto è lavorare e stare dietro a tempi di consegna, quantità, qualità e richieste del cliente.
C’è una differenza abissale.
Bisogna essere umili, dedicarsi meno all’estetica e di più alla sostanza: come dicevo sopra è facile tirare fuori 30 immagini per il portfolio, ma provate a tirarne fuori centinaia ogni giorno!
Vuoi scoprire come diventare un fotografo sportivo?
Scopriamo i passaggi e vediamoli insieme!
Chiariamo subito una cosa: lo sport è uno dei settori dove maggiormente si mette a dura prova l’attrezzatura e dove purtroppo è fondamentale disporre di macchine fotografiche e obiettivi performanti.
Si lavora al sole, sotto la pioggia, al buio, con soggetti velocissimi, in mezzo alla polvere etc etc. Penso che un fotografo sportivo in 6 mesi usura l’attrezzatura come un fotografo di still-life in una vita intera, e non scherzo. Pensate ad una partita di calcio sotto la pioggia o ad una gara di motocross nel fango; ricordo che durante un rally WRC tanti anni fa ho visto un sasso partire dopo un tornante e colpire la lente di un fotografo, mandandola in mille pezzi… Forse estremo come esempio, ma di certo in studio non sarebbe mai successo!
Sicuramente come base un fotografo sportivo deve avere delle macchine fotografiche e delle lenti (il tutto preferibilmente tropicalizzato) che abbiano un’autofocus performante. Quando fotografi soggetti in movimento è fondamentale potersi fidare della messa a fuoco automatica. La stabilizzazione delle stesse, invece, a mio avviso è utile ma non indispensabile.
La varietà di focali è altrettanto importante. Devi avere nel corredo un grandangolo, uno zoom o un fisso media focale ma anche un tele per poter avvicinare il soggetto quando ti trovi, per esempio, a bordo campo o nella service road di un circuito.
Per tua fortuna oggi le cose sono cambiate: prima per fotografare era praticamente obbligatorio avere nel corredo almeno un 300mm 2.8 o un 500mm F4 mentre oggi, fortunatamente, sono usciti degli zoom e dei fissi davvero validi ad 1/3 del prezzo che per iniziare (e anche per farci qualche anno secondo me…), sono perfetti. Basti pensare al nuovo 200-600mm Nikon di recente uscita.
Il problema della luminosità delle ottiche è ormai ampiamente superato grazie alla capacità delle nuove macchine di salire con gli ISO senza perdere troppa qualità e nitidezza d’immagine. Ovviamente non è possibile paragonare in termini di qualità assoluta, compressione dei piani “e pasta” (a parità di condizioni e settaggi, sia chiaro…) una fotografia scattata con un 400mm 2.8 fisso ad un 200-600mm 5.6 ma credimi che ormai parliamo di sottigliezze, specie se pensiamo al discorso costi, peso e ingombri.
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Tornando a noi eccovi una lista di caratteristiche imprescindibili che dovrà avere il tuo corredo:
Esistono due macro-categorie anche nella fotografia sportiva, che sono:
Questi sono proprio due esempi rapidissimi per farti capire la differenza macroscopica. Differenza che si estende per tutta la produzione e che andrà ad incidere anche sulla quantità di immagini, sulla post-produzione, sui tempi di consegna etc etc.
Il reportage di un evento è imprevedibile, bisogna raccontare ciò che succede; in una produzione commercial, invece, sono il fotografo e/o l’agenzia e fare da sceneggiatori e registi.
Ovviamente una non esclude l’altra e puoi sentirti libero, come nel mio caso, di lavorare in entrambi i settori.
No, perché non esiste nessun tesserino ufficiale in tal senso. Sfatiamo questo mito che serva il tesserino (ma poi… quale???) per lavorare come fotografo sportivo. Solo nel calcio, ad alti livelli, serve quello da giornalista ma solamente in Italia per la Serie A. Senza di esso non potrai fotografare una partita di campionato italiano ma, per assurdo, potrai fotografare una semifinale di Champions League.
Nel motorsport, ad oggi, non è assolutamente richiesto nessun tesserino per essere accreditati agli eventi ma questo lo vedremo nel capitolo dedicato.
Per diventare fotografo sportivo e migliorarsi come tale l’esperienza sul campo è la miglior insegnante possibile. Solo col tempo affinerai non solo la tecnica sul campo e la qualità delle immagini, ma l’intero workflow.
Sicuramente può anche essere d’aiuto, come sempre in fotografia, prendere spunto e imparare guardando le fotografie dei migliori del settore.
Ma è solo l’esperienza che ti permetterà di capire come muovervi al meglio nel contesto che andrai a fotografare.
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Ottenere i pass e imparare ad effettuare una richiesta di accredito è uno dei primi scalini che deve affrontare un fotografo sportivo. Se lavorando nell’advertising ovviamente questo non è necessario, nella fotografia editoriale per entrare negli eventi è fondamentale.
Il mio consiglio, in questo caso, è quello di cominciare da piccoli eventi nella tua zona per prendere confidenza con lo sport che vuoi fotografare e con le procedure di accredito.
È anche ovviamente più facile ottenere il pass per una gara regionale di kart rispetto ad un gran premio di Formula 1 ma questo ti permetterà, negli anni, di salire gradualmente “di livello”, di pubblicare qualcosa su riviste e website e di accedere ad eventi sempre più importanti.
Alla gestione delle richieste di accredito e pass ho dedicato un blocco del mio corso di fotografia sportiva.
Con questo articolo ho cercato di darti qualche informazione dettagliata per scoprire come diventare fotografo sportivo.
Lo sport, specie se sei appassionato della disciplina che fotografi, è un settore incredibile con tantissimi sbocchi e possibilità.
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È un corso rivolto proprio a quelli come te che hanno letto questo articolo ed è frutto di oltre 10 anni di esperienza nel settore della fotografia sportiva.
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Alla prossima!
Manuel.