
La fotografia è una forma d’arte e come tale va rispettata, compresa e studiata.
Chi lavora quotidianamente con la fotografia sa bene che per stare al passo e per proporre delle immagini con un certo standard qualitativo non basta solamente prendere la reflex, mettere a fuoco e premere il pulsante di scatto.
Come per tutte le professioni e le forme d’arte, dietro c’è un universo che merita di essere approfondito e che va compreso, sia da parte del fotografo ma anche da parte del cliente.
Un fotografo professionista non è solo colui che utilizza il mezzo (la fotocamera) per ottenere il miglior risultato possibile in termini di immagine. Un fotografo è anche gestione della luce, composizione, post-produzione e formazione costante.
Capire che tipo di fotografo si ha davanti è importantissimo anche per il committente che vuole affidare un lavoro e spendere, quindi, del denaro.
Diffidate dal fotografo che si sente “già arrivato”.
Per un fotografo, investire in studio e formazione, ad esempio, è di fondamentale importanza per poter offrire immagini sempre fresche e d’impatto ai propri clienti. Ciò che viene richiesto ora potrebbe essere completamente “old” nei prossimi anni, sia in termini di editing che di utilizzo e gestione della luce.
Per un professionista è anche importantissimo confrontarsi con altri operatori del settore come, appunto, fotografi, videomaker, editor, creativi o esperti di marketing. Il confronto con altre persone che lavorano nella stessa area di interesse è fondamentale per capire e restare “sintonizzati” sulla frequenza corretta verso ciò che chiede il mercato.
Tutto questo insieme di fattori, ovviamente, si ripercuote sul risultato finale delle immagini.
Parlando di composizione e progettualità, odio profondamente lo scatto “tanto per” e ritengo che ogni fotografo che rispetta e ama la fotografia dovrebbe odiare questo triste modo di utilizzare la fotocamera.
Il fotografo non è un turista emozionato alla sua prima visita a Venezia, New York o Parigi.
Il fotografo è sì cuore ed emozione, ma anche testa e ragionamento. Non esiste, infatti, genere fotografico che non meriti progettualità.
Persino nel reportage, dove tendenzialmente col digitale si tende (vuoi per colpa del fotografo o per spinta del committente) a fotografare col dito senza collegare il cervello giusto per fare numero, è fondamentale la progettualità per evitare di incorrere presto nel vortice della quantità a discapito della qualità
Questa è la chiave di come approccio i lavori e di come a mio avviso merita di essere approcciata la fotografia digitale moderna se si vuole offrire un risultato di livello.
Progettualità per creare immagini di qualità a discapito di fotografie mediocri per fare quantità.
Lo scatto “tanto per”, lasciamolo ai turisti, non ai fotografi.
Abbiate rispetto per la fotografia.
Manuel.